Presentazione dell'iniziativa: PAESAGGIOSOS.

Questo è il blog del sito PatrimonioSos, nato nel 2002 per iniziativa di semplici cittadini che operano in maniera del tutto volontaria e disinteressata per la difesa del patrimonio artistico italiano.

Nel corso degli anni alla redazione di PatrimonioSos sono arrivate numerose immagini che documentano danni al patrimonio e al paesaggio perpetrati in tutto il territorio nazionale e che per ragioni tecniche non è stato possibile inserire nel sito.

Ora grazie a questo strumento intendiamo mettere progressivamente online il nostro archivio fotografico e soprattutto integrarlo con nuove foto.

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martedì 27 marzo 2007

Altre foto da Studio Torresan

-----Messaggio originale-----
Da: Studio Torresan [mailto:studio_torresan@tin.it]
Inviato: martedì 27 marzo 2007 10.15

lunedì 5 marzo 2007

Busto Arsizio - Intervento di "recupero" ovvero demolizione totale


----- Original Message ----- To: redazione@patrimoniosos.it
Sent: Monday, March 05, 2007 3:00 PM
Subject: l'intervento di "recupero" ovvero demolizione totale


demolizione di un edificio del Centro Storico di Busto vincolato dal PRG vigente come edificio di interesse storico artistico - ambientale

Busto Arsizio - Edificio demolito: estratto da PRG ed NTA


----- Original Message ----- To: redazione@patrimoniosos.it
Sent: Monday, March 05, 2007 3:00 PM
Subject: estratto PRG ed NTA

venerdì 2 marzo 2007

BUSTO ARSIZIO: Via Einaudi: edificio demolito

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UNA GIORNATA STORICA

Sicuramente la giornata di ieri può ben dirsi una “giornata storica per Busto” anche se non proprio per gli stessi motivi addotti pubblicamente dal sindaco Farioli (ampliamento del Liceo Artistico e protocollo d’intesa relativo al BAFF) ma per la definitiva ed ormai dimostrata inutilità del Piano Regolatore Generale e dei suoi vincoli, elemento necessario per la conservazione delle tracce architettoniche del passato.

La demolizione di un complesso storico, una caratteristica residenza ottocentesca con torretta (ubicato in un’area che affaccia su via Einaudi ed adiacente alla Chiesa di San Rocco) sarebbe già di per sé un fatto grave poiché ennesima ripetizione di una violenza troppe volte vissuta nel tessuto storico di Busto e risulta in questo caso ancora più grave poiché si trattava di un edificio che le stesse NTA del PRG vigente indicavano come edificio con rilevanza storico – artistico – ambientale (VINCOLATO e DUNQUE DA TUTELARE).

Mentre altrettanto troppo spesso semplici pratiche edilizie vengono ritardate per lunghi mesi (o anni) per semplici, innocue dimenticanze relative nel 99% dei casi a problemi insignificanti per la collettività, diventa invece semplice provvedere all’eliminazione delle ultime porzioni storiche di Busto che dovrebbero invece essere soggette solo ad accurati interventi di restauro.

Palese si dimostra quindi che il PRG e le attuali leggi in campo di gestione urbanistica, del territorio e dei suoi valori (inclusi quelli storici) non sono più in grado di essere lo strumento regolatore dei cambiamenti (forse, a ben guardare il panorama della nostra città non lo sono mai stati), quand’anche gli EDIFICI VINCOLATI VENGONO RASI AL SUOLO.

La città vive non solo di volumetrie, cubature edificabili, astratti standard urbanistici ma anche (o meglio così dovrebbe essere) di Qualità Architettonica, caratteristica che troppo spesso manca negli interventi costruiti a solo scopo speculativo che stanno infestando la città e cingono d’assedio quel poco che rimane delle preesistenze del centro da salvaguardare. UNA DOMANDA (AI LEGALI CHE LEGGERANNO): Ci sono i presupposti nel caso di abbattimento di un edificio vincolato (come questo) perché la collettività possa chiedere un equo (ma purtroppo comunque tardivo) risarcimento dai responsabili politici e privati di questo fatto?

Busto Arsizio, 28.02.2007 Dott. Arch. Giovanni Ferrario

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NOTE SULLA DEMOLIZIONE ED IL RESTAURO

Intendo esprimere alcune considerazioni finali a seguito dell’intervento del vicesindaco Reguzzoni a proposito della demolizione del complesso storico di via Einaudi:

- un edificio (o un complesso di edifici) non è dato esclusivamente da una forma esterna, un volume da mantenere nei suoi caratteri più visibili ed eventualmente ricostruire “fedelmente” come si vuole fare;
- interventi di questo genere (ma di ben altra, superiore qualità) sono a mio parere auspicabili solo per rarissimi, eccezionali casi dove è il significato simbolico più dell’aspetto di un bene culturale a dover essere conservato (in tal senso sarebbe ben auspicabile la ricostruzione dei Buddha di Bamiyan!!!) ma non è applicabile a casi come questo, dove tutta la storia, la matericità e l’originalità dei materiali stessi sono completamente andati perduti;
- un edificio storico (come insegna qualsiasi Politecnico, Scuola di Architettura e di Restauro) è dato dalle stratificazioni successive nel tempo, dalle tessiture murarie, dai materiali che lo costituiscono (le dimensioni di pietre e mattoni, il loro “intrecciarsi”, …);
- per quanto “legittimata” a livello amministrativo la completa demolizione non ha per nulla tenuto conto della possibilità realizzabile (non fantascientifica) di operare in modo intelligente, di conservare almeno le cortine murarie esterne originarie, rinforzandole staticamente ed andando a sostituire i solai;
- che senso avrebbe realizzare nel 2007 una palazzina “ottocentesca” con una struttura in pilastri di cemento armato magari con un bel paio di piani sotterranei da destinare a box, il tutto con le forme solo esteriori dell’architettura originale?
- Se la soluzione dovesse prendere piede in quel di Busto il centro storico somiglierebbe più ad un “vero” borgo medioevale costruito in un parco divertimenti che ad un bene culturale di cui avere rispetto!!!

UNA DOMANDA (AI LEGALI CHE LEGGERANNO): Ci sono i presupposti nel caso di abbattimento di un edificio vincolato (come questo) perché la collettività possa chiedere un equo (ma purtroppo comunque tardivo) risarcimento dai responsabili politici e privati di questo fatto?



Busto Arsizio, 02.03.2007

Dott. Arch. Giovanni Ferrario

Busto Arsizio: Abbattimento di Casa Marcora

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La fine di Casa Marcora

Busto Arsizio - Antonio e Caterina Locati ribattono alle critiche dell'architetto Paolo TorresanCasa Marcora, i progettisti: «Una ricostruzione fedele, con tanto di verde pubblico»
Sulla vicenda della Casa Marcora, l'edificio ottocentesco (nella foto) sito in via Lualdi e la cui demolizione
aveva fatto lanciare l'allarme all'architetto Paolo Torresan circa il destino dei piani di recupero dei centri storici, intervengono oggi anche Antonio e Caterina Locati, architetti direttamente coinvolti nella questione come progettisti. «Vorremmo innanzitutto sottolineare l’importanza di assumere le doverose informazioni prima di rilasciare dichiarazioni perlomeno allarmistiche su argomenti che non si conoscono; questo modo di operare è tutto fuorché una forma di confronto civile» scrivono i due professionisti, chiarendo quindi che «l’edificio non era tecnicamente recuperabile». Le perizie eseguite fin dal 2000, e i crolli parziali avvenuti negli scorsi anni, al punto da rendere necessario puntellare lo stabile, parlavano chiaro. «Pensare di entrare a lavorare in queste condizioni sarebbe stata pura follia!»
I Locati spiegano poi che si tratta di «un intervento di ristrutturazione con fedele ricostruzione del corpo con la torretta, così come previsto dal Decreto Legislativo 380/2001 (testo unico dell’edilizia) e ribadito dalla Legge Regionale 12/2005»; l'opera prevede il ripristino anche delle ali laterali «che, come si desume dallo stato di fatto, non sono di particolare pregio»; «un intervento perfettamente rispettoso dell’esistente, destinato a testimoniare ancora per lungo tempo un pezzo della storia della nostra città e non a cancellarla, come è avvenuto in altri interventi»; inoltre, il progetto prevede la sistemazione delle aree adiacenti a verde pubblico.
» Galleria fotografica: Casa Marcora, dalla demolizione alla ricostruzione fedele
Venerdi 2 Marzo 2007redazione@varesenews.it