Presentazione dell'iniziativa: PAESAGGIOSOS.

Questo è il blog del sito PatrimonioSos, nato nel 2002 per iniziativa di semplici cittadini che operano in maniera del tutto volontaria e disinteressata per la difesa del patrimonio artistico italiano.

Nel corso degli anni alla redazione di PatrimonioSos sono arrivate numerose immagini che documentano danni al patrimonio e al paesaggio perpetrati in tutto il territorio nazionale e che per ragioni tecniche non è stato possibile inserire nel sito.

Ora grazie a questo strumento intendiamo mettere progressivamente online il nostro archivio fotografico e soprattutto integrarlo con nuove foto.

INVIATECI LE VOSTRE FOTO all'indirizzo:
lamonica1.paesaggiosos@blogger.com

LE ISTRUZIONI PER L'INVIO NEL MENU DI SINISTRA DEL BLOG.

venerdì 21 dicembre 2012

ROMA: "Piove cemento come la nevicata del 2012" ; 2) MUN. XIII: "Elettrosmog, finalmente al via il monitoraggio delle 9 antenne"


News Municipio IV
Piove cemento come la nevicata del 2012

17 dicembre 2012
Piove cemento come la nevicata del 2012
"Con la discussione in Campidoglio, il cui inizio è previsto per la prossima settimana, della manovra urbanistica, Alemanno, novello Giove pluvio, è pronto a lanciare i propri fulmini di cemento sotto la forma di un pacchetto di 64 delibere i cui esiti edilizi (cioè quello che sarà autorizzato a essere costruito) messi in fila uno dopo l'altro, "pesano" oltre 20 milioni di metri cubi".
Lo scrive, in un comunicato, il Comitato di Quartiere Serpentata.
"Un particolare diluvio - prosegue il comunicato - che pur facendo precipitare case, non risolverà certo né la questione di chi abita la nostra città senza avere la possibilità di una casa, né ad assicurare il diritto all'abitare di tutti. Il prossimo candidato sindaco quale punto metterà nel suo programma elettorale? Noi vogliamo solo questo: moratoria al piano regolatore generale di Roma per 20 anni".




VENETO - denuncia

 



----Messaggio originale----
Da: andrgiov@inwind.it
Data: 21/12/2012 16.02
A: <redazione@salviamoilpaesaggio.it>
Ogg: I: denuncia

Non avrei mai pensato che si potesse costruire un intero complesso residenziale a pochi metri dal super vincolato naviglio Brenta in barba a tutti gli enti garanti del nostro territorio. Purtroppo a Dolo ,ridente paese della Riviera del Brenta , stanno costruendo –udite udite- circa 31 appartamenti –negozi con una splendida vista sul naviglio ,antiche stalle "ex macello" ponte dei cavalli e come vicini ville venete e parco . Non contenti hanno eretto su garage sotterraneo   ben due piani oltre al pianoterra . Allego alcune foto nella speranza che almeno , tramite la vostra attenzione,si possa far sapere alla colettivita' che non si e' insensibile nel vedere tale scempio, con la complicita degli organi preposti alla salvaguardia del nostro splendido territorio. Ringrazio anticipatamente
Giovanni

lunedì 10 dicembre 2012

ROMA: Reinterrare Marco Nonio Macrino, anche Russell Crowe dice NO

Reinterrare Marco Nonio Macrino, anche Russell Crowe dice NO

10-Dicembre-2012 | 19:01stampa stampa questo articolo
Tre milioni di euro. Tanti ne servirebbero per valorizzare la "tomba del gladiatore", il mausoleo di Marco Nonio Macrino in via Vitorchiano, sulla Flaminia, la scoperta archeologica più importante degli ultimi trent'anni. Tre milioni di euro che non si trovano. E allora la decisione è semplice: sarà reinterrato. Una decisione da far rizzare i capelli, chi non l'ha mai visto creda alla nostra testimonianza: è un sito semplicemente stupendo.
Reinterrarlo vorrebbe dire farlo morire per sempre, rinunciare ad un pezzo della nostra storia, cancellare dal futuro di Roma una stupenda impronta del suo passato. Un'ipotesi assurda contro la quale si ribella il cuore ancor prima della testa.
Una decisione dolorosa è stata invece definita da Mariarosaria Barbera della Soprintendenza ai beni archeologici di Roma che, interpellata da La Repubblica, ha dichiarato che "non si è in grado di spendere tre milioni di euro per un progetto di valorizzazione che preveda anche la protezione e la bonifica dei 13mila metri quadrati dell'area. E certo resta la sensazione che, fosse emerso nelle periferie di Berlino, Parigi o Washington, il mausoleo di Macrino avrebbe avuto altro destino".
Contro questa decisione si sta muovendo l'opinione pubblica internazionale e a scendere in campo è addirittura Russell Crowe, il divo di Hollywood che al cinema ha interpretato il ruolo de Il Gladiatore nel film di Ridley Scott che gli è valso un premio Oscar.
"Di tutte le grandi nazioni del mondo, l'Italia in particolare dovrebbe essere una guida nel promuovere l'importanza di esplorare e conservare il passato antico" dichiara Russel Crowe, interpellato da La Repubblica.
"I membri dell'amministrazione comunale di Roma dovrebbero sempre incoraggiare i cittadini italiani ad essere fieri dei successi e della gloriosa storia del loro Paese" insiste Crowe, sottolineando poi che " è dai dettagli delle esplorazioni archeologiche che vediamo e capiamo quello che ci lega alla nostra storia, quello che la nostra storia ci può insegnare e cosa può essere il nostro futuro con quella conoscenza".
Intanto l'American Institut for Roman Culture, formata da una rete internazionale di studiosi e ricercatori, lancia una petizione on line per salvare "The Gladiator's tomb" ed evitare che tanta bellezza torni sotto la terra e il fango dove è stata per 18 secoli prima di riemergere in tutto il suo splendore.
"Il sito è enorme, 13mila metri quadrati di superficie, quasi tre campi di football americano - si legge sul sito romanculture.org - e la recente decisione della Soprintendenza Archeologica di riseppellirlo per conservarlo è lodevole, ma per la sua importanza storica merita invece ulteriori attenzioni e scavi in modo da renderlo accessibile al pubblico. Please sign­ and shar­e iPe­ti­tion now."
A onor del vero, come riferisce ancora La Repubblica, una proposta di collaborazione è stata avanzata dal Gruppo Bonifaci, proprietario dell'area sulla quale esiste un progetto di realizzazione di tre, poi diventate due, palazzine residenziali.
"Siamo disponibili a sostenere economicamente un'operazione di valorizzazione dell'area collaborando con la Soprintendenza ad un progetto di qualità condiviso, in cui il patrimonio archeologico possa convivere in modo intelligente con i nostri interventi residenziali" hanno affermato al quotidiano romano dal Gruppo Bonifaci, che ovviamente non farebbe nulla per nulla.
Sull'area infatti pende la "minaccia" di edificazione di circa 20mila metri cubi di cemento. Il Gruppo Bonifaci ha avuto, ancor prima dell'eccezionale ritrovamento, un iniziale parere favorevole dalla Soprintendenza per costruire due palazzine sulla collinetta a sud-est dello scavo. Poi, a mausoleo portato alla luce tutto si è fermato. Ma quel parere favorevole resta ancora valido.
Resta però il fatto che il mausoleo è malato, che un intervento di tutela, escluso beninteso il reinterramento, diventa sempre più necessario perché più resta abbandonato più si deteriora veramente.
Già il nostro servizio fotografico di diciotto mesi fa (clicca qui) ne aveva documentato lo stato di deterioramento e con l'andare del tempo e delle intemperie le strutture architettoniche sono state colpite da fenomeni di sfaldamento, fessurazione e da deterioramenti batterici che ne compromettono l'integrità.
Ma è un malato guaribile e salvabile questo Mausoleo e come tutti i malati l'ultima cosa a cui si possa pensare è di seppellirlo. Una testimonianza così preziosa, una vera perla dell'intero territorio di Roma Nord, non può tornare sotto terra.  E' un sito che andrebbe aperto alle scuole, al turismo, ai romani, andrebbe illuminato notte e giorno, andrebbe dipinto e studiato, marmo dopo marmo.
E pensare che invece a pochi metri da questa area, la cui vista al primo colpo d'occhio già sbalordisce, grazie al voto di undici consiglieri della maggioranza del XX Municipio sarà costruito un un mega centro direzionale che sorgerà al km 8,5 di via Flaminia: fra piani interrati e piani esterni parliamo di quasi 14mila metri quadri che oscureranno totalmente il Mausoleo.
Ancora cemento, sempre cemento sulla storia, mentre per risvegliare la coscienza di noi romani doveva intervenire un divo di Hollywood.
Chissà se oltre ad evitare che il Gladiatore venga seppellito riuscirà anche ad evitare che gli aprano accanto un supermercato?

Edoardo  Cafasso
FOTO:  http://www.vignaclarablog.it/2011032514085/flaminia-un-foro-romano-nel-territorio-del-xx-municipio/
PETIZIONE: http://www.ipetitions.com/petition/save-the-tomb-of-the-gladiator-in-rome/



martedì 20 novembre 2012

LUCCA - Parco della Rimembranza piazzale Verdi

COMUNICATO STAMPA
L'Amministrazione comunale di Lucca ha predisposto un nuovo progetto di "riqualificazione" di piazzale Verdi dopo la totale bocciatura della distruttiva ellisse per spettacoli estivi che avrebbe cancellato il Parco
della Rimembranza.
Il nuovo progetto, però, ricalca fedelmente le incongruità urbanistiche e culturali già presenti nel primitivo progetto. Permane infatti l'ellisseche non sarà più un anfiteatro ma una nuova aiuola prativa che cancella le
originarie aiuole del Parco della Rimembranza. Questo prato ellittico continuerà ad essere circondato quasi integralmente da una siepe di alloro alta 4 ml. Saranno conservati i lecci originari che saranno contenuti
all'interno del perimetro dell'ellisse mentre saranno abbattuti i circa 60 che esterni alla stessa (il progetto precedente precedeva l'abbattimento di quelli interni e la conservazione di quelli esterni!!!!!!). Permarranno all'interno dell'aiuola ellittica la scultura del faro e l'ara con la pietra del Carso. I disegni in circolazione, poi, prevedono una totale lastricatura del resto del piazzale fino ad interessare anche lo scavo archeologico inerbito (?????) e la salita di S. Donato.
Cinque milioni e trecentomila euro (tale rimarrebbe il costo di cui 2.150.000 di provenienza comunale) per non fare niente, un'aiuola che non serve a niente e che è un insulto alla memoria dei caduti nella prima
guerra mondiale.
Italia Nostra assieme alle altre Associazioni che nell'autunno 2011 raccolsero oltre 2000 firme di cittadini contrari al primo progetto hanno chiesto un incontro al sindaco Tambellini per ribadire la propria totale
contrarietà anche a questa assurda e indecente seconda soluzione.
L'incontro ci è stato concesso per domani mattina sabato 3 novembre alle ore 10.00.

Italia Nostra Lucca

Italia Nostra Sezione di Lucca
C.P. 158 - 55100 Lucca
tel/fax - 0583.48461
E.mail - lucca@italianostra.org
Sito web - www.italianostralucca.org

Riva Valdobbia, (PIEMONTE-VALSESIA) - FERMIAMO I VANDALI !!!


L'ECOMOSTRO DI CUI SOTTO, MODIFICHERA' IN PEGGIO ANCHE L'UTILIZZO DELLE RISORSE IDRICHE, OLTRE A ESSERE UNA VERA SCHIFEZZA!!!
GRATO A TUTTI, SE RIUSCITE A SCRIVERE UNA MAIL DI PROTESTA, OLTRE A FAR GIRARE SULLE VOSTRE LIST, UN ABBRACCIO, FILIPPO INCORVAIA.


ULTIME NOTIZIE                            FERMIAMO I VANDALI
Riva Valdobbia

(...)  Petizione on line "Salviamo il paesaggio dell'Alta Valsesia, Monte Rosa"

http://www.petizionepubblica.it/?pi=P2011N17845 che ha raggiunto al momento 2.500 adesioni, desideriamo informarLa che in Alta Valsesia, dopo l'avvenuto rilascio da parte del Comune di Alagna sindaco.alagna.valsesia@reteunitaria.piemonte.it alagna.valsesia@reteunitaria.piemonte.it segretariocomunale.alagna.valsesia@reteunitaria.piemonte.it del Permesso di costruire al maximostro di 24.000 mc in Località Giacomolo e le costruzioni di 11.000 mc in via di realizzazione in Frazione Reale Inferiore, anche il vicino Comune di Riva Valdobbia ha ottenuto il via libera da Regione Piemonte per il maximostro di 32.000 mc in Località Miniere . A completamento del disastro valsesiano, che rappresenta ormai un vero campionario di orrori ambientali, per l'Alta Valsesia è iniziata una trasformazione epocale, una vera e propria catastrofe per l'ambiente. Il territorio ne risulterà snaturato. La Giunta Regionale del Piemonte in data 31/10/2012, su proposta del Vicepresidente ed Assessore all'Urbanistica, Beni Ambientali ed Edilizia Ugo Cavallera ha approvato la variante al Piano Regolatore del Comune di Riva Valdobbia che consentirà la costruzione di un'altra spaventosa colata di cemento di 32.000 mc nell'area dell'ex Miniera compresa in una zona di altissimo valore naturalistico e paesaggistico dichiarata dal Ministero dell'Ambiente "di notevole interesse pubblico" con vincolo D.M. 1/08/1985. L'area dell'ex miniera in quanto abbandonata, ma non esaurita, presenta un rischio ecologico sanitario "Alto" per potenziali scarti di arsenico, cadmio, manganese, nichel e rame come dichiarato dall'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Ente pubblico emanazione del Ministero dell'Ambiente), poichè per molti anni, durante il periodo di attività della miniera di calcopirite, sono stati depositati fino a costituire una vera e propria collinetta scorie e materiale di scarto trattati con agenti chimici di vario tipo. Tuttora si possono vedere nella collinetta ampi strati di terreno color verde-azzurro. Ricordiamo poi che l'area è attraversata dal Torrente Otro che ne condiziona anch'esso l'edificabilità. E' incredibile che il Comune di Riva Valdobbia abbia considerato l'area edificabile ed abbia ricevuto da Regione Piemonte l'approvazione della variante al Piano Regolatore. La petizione popolare "Salviamo il paesaggio dell'Alta Valsesia, Monte Rosa" contro i due maximostri, da Lei sottoscritta, è stata depositata presso l'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale in data 25/05/2012 ai sensi dell'art. 85 dello Statuto regionale, è stata dichiarata ricevibile ed ammissibile dall'Amministrazione Regionale ed è stata assegnata all'esame della III Commissione Permanente del Consiglio Regionale. Nonostante ciò, con improvviso colpo di mano, la Giunta Regionale su proposta dell'Assessore Ugo Cavallera ha approvato la variante al Piano Regolatore del Comune di Riva Valdobbia senza tenere in alcun conto che la petizione contro i maximostri era stata assegnata all'esame del Consiglio Regionale. Ragioni clientelari e di bassa politica locale ancora una volta prevalgono e guidano l'attività normativa dei Comuni e dell'Amministrazione Regionale. La stupidità e l'insipienza hanno deciso di liquidare in Alta Valsesia un raro patrimonio ambientale, naturalistico e paesaggistico di un angolo delle Alpi rimasto fino a poco tempo fa miracolosamente integro. Prosegue la sistematica distruzione dell'Alta Valsesia (Monte Rosa), oasi naturale e zona di antiparco (Parco Naturale Regionale Alta Valsesia). Le saremo grati se vorrà confermare il Suo sdegno al Sindaco di Riva Valdobbia Dott. Massimo Gabbio sindaco.riva.valdobbia@reteunitaria.piemonte.it riva.valdobbia@reteunitaria.piemonte.it segretariocomunale.riva.valdobbia@reteunitaria.piemonte.it e all'Assessore Regionale Ugo Cavallera assessore.urbop@regione.piemonte.it per manifestare la Sua disapprovazione per le politiche di governo del territorio messe in atto dall'Amministrazione Comunale con la complicità di Regione Piemonte. La preghiamo di attivare anche familiari, amici e conoscenti affinchè possano essere inviate un gran numero di e-mail di protesta. Allegato articolo del giornale locale "Notizia Oggi" del 12/11/2012.

P.S. Siamo venuti a conoscenza che gli indirizzi e-mail dei Sindaci e dei Comuni di Alagna e Riva Valdobbia presentano qualche disfunzione. Vi preghiamo di riprovare più volte il contatto in tempi successivi.


Cordiali saluti                                  LA BATTAGLIA CONTINUA, SCRIVETE AL SINDACO


     


DIBATTITO PUBBLICO sul PROGETTO DEL GRANDE RACCORDO ANULARE BIS venerdi 23 a Frascati (RM)


 14 Nov 201


Cari tutti,
vi invito a partecipare e diffondere la seguente importante iniziativa promossa da ITALIA NOSTRA Castelli Romani con Alternativ@Mente ed il forum "Salviamo il Paesaggio" venerdi 23 novembre ore 18:00 presso la sala degli "Specchi" al comune di Frascati.
Saluti. Enrico Del Vescovo
Premessa.
E' vero che buona parte del Raccordo Anulare in taluni momenti presenta un elevato traffico, ma appare alquanto pericoloso tentare di affrontare tali problemi inseguendo ancora una volta il modello tradizionale della mobilità basata sull'asfalto e sul trasporto su gomma. Infatti, il progetto relativo al Raccordo Anulare bis (con un costo di oltre 1,6 mld di euro, solo in parte sostenuto dalla Comunità Europea), avrebbe un impatto piuttosto devastante sull'ambiente ed il territorio in termini di consumo del suolo (ettari sottratti all'agricoltura ed all'agro romano, spesso in zone di pregio come quelle dei vigneti doc ( vicino Frascati ) o presso Fioranello ( Ciampino ) ) etc. etc. coinvolgendo molti comuni a partire da Roma. Intanto stenta ancora ad affermarsi una mobilità realmente alternativa a quella basata sul trasporto su gomma.
VENERDI 23 NOVEMBRE, ore 18:00
Sala degli "Specchi" , palazzo del Comune di Frascati
Piazza Marconi
incontro-dibattito pubblico su:
"Le conseguenze devastanti del progetto del grande raccordo anulare bis: centinaia di ettari di terreni agricoli distrutti etc. etc "
UN'ALTRA MOBILITA' E' NECESSARIA! 
GUALTIERO ALUNNI
 (Comitato NO Grande Raccordo Anulare bis )

FERDINANDO BONESSIO
(Ecologisti Reti Civiche Verdi Lazio )

LUCIO PETTINE
(Salviamo il Paesaggio)

A cura di
ENRICO DEL VESCOVO
(Presidente ITALIA NOSTRA Castelli Romani)

ingresso libero.

ITALIA NOSTRA Castelli Romani, info 3331135131, Alternativ@mente, Salviamo il Paesaggio.

 

martedì 13 novembre 2012

SARDEGNA: Il piano territoriale paesistico “Molentargius – Monte Urpinu” conserva ancora effetti.

Il piano territoriale paesistico "Molentargius – Monte Urpinu" conserva ancora effetti.


Airone bianco maggiore, Fenicottero rosa, Garzetta
Importante pronunciamento del T.A.R. Sardegna in tema di vigenza di vincoli ambientali derivanti da piano paesistico risalente ma mai privato d'efficacia sotto alcuna forma.
La sentenza T.A.R. Sardegna, sez. II, 10 ottobre 2012, n. 868 riconosce, sulla scorta della giurisprudenza costante in materia, la vigenza del piano paesistico "Molentargius – Monte Urpinu", approvato con decreto Ass.re reg.le BB.CC. 12 gennaio 1979, n. 7, pur in presenza di modificate condizioni normative (es. legge n. 431/1985, legge regionale n. 45/1989 e s.m.i.): "la circostanza che il PTP Molentargius Monte Urpinu sia stato approvato anteriormente agli aggiornamenti normativi successivi, tra cui quelli determinati dalla legge 8 agosto 1985 n. 431 e dalla legge regionale 22 dicembre 1989 n. 45, non ha comportato la suaautomatica disapplicazione per le parti potenzialmente in contrasto col nuovo quadro normativo, richiedendosi un intervento in adeguamento, che, invece … non è mai stato effettuato, con la conseguenza della perdurante operatività del vincolo discendente dal PTP ostativo alle richieste edificatorie …" per le aree tutelate con disposizioni di conservazione integrale.
Elementi, quindi, di tutela rinforzata per un'area di grande importanza naturalistica, oggi salvaguardata da numerosi vincoli di natura ambientale (vincolo paesaggistico, sito di importanza comunitaria, zona di protezione speciale, parco naturale regionale, piano paesaggistico regionale), ma tuttora sotto la pressione di svariate spinte speculative.
Gruppo d'Intervento Giuridico onlus

Airone cenerino (Ardea cinerea)

N. 00868/2012 REG.PROV.COLL.
N. 00690/2010 REG.RIC.
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna
(Sezione Seconda)
ha pronunciato la presente
SENTENZA
sul ricorso numero di registro generale 690 del 2010, integrato da motivi aggiunti, proposto da:
Antonio Ciani, rappresentato e difeso dall'avv. Giuseppe Martelli, con domicilio eletto in Cagliari presso lo studio del medesimo legale, via San Lucifero n. 56;
contro
il Comune di Cagliari, in persona del Sindaco p.t., rappresentato e difeso dall'avv. Francesca Frau, con domicilio eletto presso l'Ufficio Legale dell'Ente in Cagliari, via Roma n. 145;
il Dirigente p.t. del Servizio Pianificazione e Territorio – Assessorato all'Ambiente e all'Urbanistica, del Comune di Cagliari, non costituito in giudizio;
il Dirigente p.t. del Servizio Edilizia Privata – Assessorato all'Ambiente e all'Urbanistica del Comune di Cagliari , non costituito in giudizio;
la Regione Autonoma della Sardegna, in persona del Presidente p.t., rappresentata e difesa dagli avv.ti Roberto Murroni e Giovanni Parisi, con domicilio eletto in Cagliari presso l'Ufficio Legale dell'Ente, viale Trento n. 69;
l'Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Sardegna, in persona dell'Assessore p.t., non costituito in giudizio;
l'Assessorato degli Enti Locali, Finanze ed Urbanistica della Regione Autonoma della Sardegna, in persona dell'Assessore in carica, non costituito in giudizio,
per l'annullamento
- del provvedimento del Dirigente del Servizio Edilizia Privata del Comune di Cagliari prot. n. 135988 del 17 giugno 2010, per il tramite del quale la predetta amministrazione rigettava "la proposta planivolumetrica per la realizzazione di un fabbricato a destinazione residenziale ed autorimessa sito in Cagliari, via dei Tritoni";
- della nota prot. n. 116116 del 24 maggio 2010 del Dirigente del servizio Pianificazione e Territorio del comune di Cagliari;
- del decreto dell'Assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna del 12 gennaio 1979 n. 7, di approvazione del Piano Territoriale Paesistico (P.T.P.) "Molentargius – Monte Urpinu", con particolare riferimento all'art. 12, nella parte in cui, per la suddivisione in zone e sottozone, individua la tavola n. 2, considerandola parte integrante e sostanziale del predetto piano;
- del Piano Urbanistico del Comune di Cagliari e delle relative norme di attuazione, con particolare riferimento all'allegato A che richiama e fa proprie le norme del succitato Piano Territoriale Paesistico "Molentargius – Monte Urpinu";
- dell'art. 4 delle norme tecniche di attuazione del Piano Paesistico Regionale e della relativa cartografia allegata;
- di ogni altro provvedimento, presupposto, connesso e/o conseguenziale, allo stato sconosciuto;
- con espressa riserva di proporre autonoma azione risarcitoria per il danno subito dal ricorrente in conseguenza dei provvedimenti impugnati e del ritardo con il quale verranno adottati dal comune resistente gli atti richiesti dal predetto esponente,
con i motivi aggiunti depositati il 4 Maggio 2011:
- del provvedimento del Dirigente del servizio Edilizia Privata dell'Assessorato Ambiente Urbanistica del Comune di Cagliari – prot. n. 81298 del 6 aprile 2011, ricevuto l'8 aprile 2011;
Visti il ricorso, i motivi aggiunti e i relativi allegati;
Visti gli atti di costituzione in giudizio del Comune di Cagliari e della Regione Autonoma della Sardegna;
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nell'udienza pubblica del giorno 10 ottobre 2012 il dott. Tito Aru e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.
FATTO
In data 9 aprile 2010 il ricorrente chiedeva al Comune di Cagliari il rilascio dei necessari provvedimenti per la realizzazione, nell'area di sua proprietà sita in via dei Tritoni (in catasto al foglio 26, mapp. 95), di un fabbricato a destinazione residenziale e autorimessa.
Tale area è ricompresa nella convenzione di lottizzazione della zona residenziale San Bartolomeo, stipulata il 3 marzo 1965 tra il Comune di Cagliari e il padre del ricorrente, a seguito della quale le altre aree comprese nella stessa convenzione sono state tutte edificate.
Sennonché, con nota del 23 aprile 2010, l'amministrazione resistente comunicava al sig. Ciani il preavviso di rigetto ex art. 10 bis della legge 7 agosto 1990 n. 241 in quanto l'immobile in questione ricadeva in parte in zona B, sottozona B1 del PTP di Molentargius – Monte Urpinu, zona nella quale è vietata qualsiasi forma di edificazione.
Malgrado la tempestiva presentazione di osservazioni, con l'impugnato provvedimento n. 135988 del 17 giugno 2010, il Comune di Cagliari rigettava la proposta edificatoria del ricorrente confermando l'inedificabilità dell'area.
Di qui, avverso l'anzidetta determinazione e gli altri atti precisati in epigrafe, il ricorso in esame, col quale il sig. Ciani deduce le seguenti censure:
1) Violazione e falsa applicazione degli artt. 13 e14 del PTP "Molentargius – Monte Urpinu" approvato con decreto dell'Assessore regionale della Pubblica istruzione, BB.CC., Informazione, Spettacolo e Sport del 12 gennaio 1979 n. 7 – Travisamento dei fatti, illogicità e contraddittorietà manifesta – Violazione e falsa applicazione dell'art. 3 della legge 7 agosto 1990 n. 241 – Carenza di motivazione – Violazione e falsa applicazione dell'art. 29 della legge reg. 26 febbraio 1999 – Violazione e falsa applicazione del decreto 24 marzo 1997 del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali di concerto col Ministero delle Finanze – Illegittimità derivata: in quanto l'illegittimità del diniego opposto dal Comune di Cagliari scaturirebbe dall'errore cartografico della perimetrazione del PTP di "Molentargius – Monte Urpinu", giacché l'area in questione, inserita in una lottizzazione interamente edificata, non avrebbe le caratteristiche descritte dagli artt. 13 e 14 del PTP per sancirne l'inedificabilità assoluta. Inoltre la Regione, nell'apporre il vincolo, non avrebbe tenuto conto della pregressa delimitazione della zona del parco stabilita dal decreto 24 marzo 1977 del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali di concerto col Ministero delle Finanze;
2) Violazione e falsa applicazione degli artt. 1 e ss della legge 29 giugno 1939 n. 1047 – Violazione e falsa applicazione degli artt. 7 e ss della legge7 agosto 1990 n. 241 : in quanto il citata D.A. 12 gennaio 1979 n. 7 non sarebbe stato adottato in conformità alle disposizioni di cui alla legge 1047/1939, precludendosi dunque al ricorrente la possibilità di presentare osservazioni;
3) Incompetenza del Dirigente del Servizio Pianificazione e Territorio del Comune di Cagliari, con riferimento alla nota del 24 maggio 2010 n. 116116: in quanto competente all'adozione di tale atto era in realtà il Dirigente del Servizio edilizia privata del medesimo Comune.
Concludeva quindi il ricorrente chiedendo, previa sospensione, l'annullamento dei provvedimenti impugnati, vinte le spese.
Alla camera di consiglio del 20 ottobre 2010 l'esame dell'istanza cautelare di sospensione è stato rinviato per essere deciso unitamente al merito della causa.
Con ricorso per motivi aggiunti depositati il 14 maggio 2011 il ricorrente ha quindi impugnato il provvedimento n. 81298 del 6 aprile 2011 col quale il Dirigente del Servizio edilizia privata del Comune di Cagliari, a riscontro dell'istanza di riesame presentata il 10.11.2010, confermava il diniego alla domanda di edificazione.
Con unica censura il ricorrente deduce:
1) Violazione e falsa applicazione del PTP Molentargius – Monte Urpinu approvato con decreto dell'Assessore regionale della Pubblica istruzione, BB.CC., Informazione, Spettacolo e Sport del 12 gennaio 1979 n. 7 – Violazione e falsa applicazione dell'art. 10 bis della legge regionale n. 45/1989, introdotto dalla legge reg. n. 23/1993 – Violazione e falsa applicazione della deliberazione della Giunta regionale n. 36/30 dell'8 settembre 1997 – Violazione e falsa applicazione della deliberazione della Giunta regionale n. 33/37 del 30 settembre 2010 – Travisamento dei fatti e contraddittorietà manifesta – Violazione e falsa applicazione dell'art. 3 della legge7 agosto 1990 n. 241 – Carenza di motivazione: in quanto il PTP Molentargius – Monte Urpinu non potrebbe comunque vincolare l'area in esame ricadente pacificamente in zona B di completamento del PUC, e prima ancora del PRG di Cagliari, da tempo completamente urbanizzata in conseguenza della lottizzazione.
Concludeva quindi il ricorrente chiedendo, previa sospensione, l'annullamento anche di tale ultimo provvedimento, con favore delle spese.
Per resistere al ricorso si sono costituiti il Comune di Cagliari e la Regione sarda che ne hanno chiesto il rigetto, vinte le spese.
Alla camera di consiglio del 31 maggio 2011 l'esame dell'istanza cautelare di sospensione è stato rinviato per essere deciso unitamente al merito della causa.
In vista dell'udienza di trattazione le controparti hanno depositato scritti difensivi con il quali hanno insistito nelle rispettive conclusioni.
Alla pubblica udienza del 10 ottobre 2012, sentiti i difensori delle parti, la causa è stata posta in decisione.
DIRITTO
Come evidenziato in narrativa, il ricorso in esame è stato proposto avverso il rigetto opposto dal Comune di Cagliari alla proposta planivolumetrica, inoltrata in data 9 aprile 2010 dal sig. Ciani al Servizio Edilizia Privata, per la realizzazione di un edificio con destinazione residenziale e autorimessa nell'area di sua proprietà, sita in via dei Tritoni.
La decisione dell'amministrazione comunale trova l'indicazione del suo fondamento giuridico nel c.d. preavviso di rigetto (prot. n. 88766 del 23 aprile 2010), ove è precisato espressamente che "…l'immobile ricade in zona B, sottozona B1 del PTP di Molentargius – Monte Urpinu. In tale situazione è vietata l'edificazione sotto qualsiasi forma…".
Avverso tale determinazione, confermata dalla decisione impugnata, il ricorrente lamenta, da un lato, che la cartografia allegata al predetto PTP di Molentargius – Monte Urpinu recherebbe un palese errore di perimetrazione, ricomprendendo nell'area lacuale anche zone di territorio (compresa la sua area e la stessa via dei Tritoni), del tutto estranee, per caratteristiche naturali, a tale classificazione; dall'altro lato che, comunque, tale errata perimetrazione sarebbe stata superata dalla normativa sopravvenuta (in particolare, legge regionale n. 5 del 26 febbraio 1999, PUC di Cagliari, Norme tecniche di attuazione del PPR).
Il ricorso è infondato.
Premesso che il certificato di destinazione urbanistica in data 27 settembre 2009 (all. n. 4 delle produzioni versato agli atti del giudizio dalla difesa comunale il 12 agosto 2010) conferma l'anzidetta classificazione dell'area, il Collegio rileva, anzitutto, che il ricorso, per quanto rivolto avverso il decreto dell'Assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna del 12 gennaio 1979 n. 7, di approvazione del Piano Territoriale Paesistico (P.T.P.) "Molentargius – Monte Urpinu", è tardivo.
Come si ricava dagli atti di causa, infatti, tale decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 dicembre 1992, ed è divenuto vincolante da tale data.
Sotto questo aspetto, dunque, il Comune di Cagliari non poteva certo discostarsi dalle prescrizioni di vincolo derivanti dall'atto regionale.
Le censura oggi dedotte, con la quali si lamentano in sostanza errori cartografici e di perimetrazione delle zone di tutela, dovevano dunque essere proposte, secondo il consolidato orientamento giurisprudenziale, nel rituale termine di decadenza di 60 giorni dall'avvenuta pubblicazione del piano e non già quasi trent'anni dopo l' imposizione del vincolo.
Quanto alle ritenute illegittimità, derivanti – ad avviso del ricorrente – dalla violazione del procedimento di approvazione previsto per i PTP dalla legge n. 1497/1939, e concernenti, in particolare, la mancata compilazione e pubblicazione dell'elenco delle località interessate dal vincolo (artt. 2, 3 e 4 della legge n. 1497/1939), non può ritenersi che le stesse abbiano effettivamente determinato la lamentata lesione delle garanzie procedimentali.
Come si ricava dalle premesse del decreto impugnato, infatti, nel rispetto della normativa vigente, il PTP è stato depositato, prima della sua approvazione, presso la segreteria comunale di Cagliari per 3 mesi, con decorrenza 17 aprile 1975.
Sotto questo profilo, dunque, non si è affatto configurato il paventato impedimento al ricorrente di avere piena conoscenza dell'atto e della sua potenzialità lesiva.
Ed invero la mancata pubblicazione dell'elenco di cui all'art. 2 della legge n. 1497/1939 non vale a determinare la lamentata preclusione delle garanzie procedimentali assolvendo essa, più limitatamente, la funzione di imprimere ai beni in esso compresi l'immediata applicazione degli effetti preclusivi all'edificazione propri dell'istituendo vincolo (una sorta di misura di salvaguardia) nelle more del periodo necessario al completamento del relativo procedimento.
Ed è solo con riguardo al fine di addivenire all'esclusione da tale elenco, e successivamente dal piano, che il legislatore ne ha previsto la pubblicazione e, in via immediata, la possibilità di presentare contro di esso opposizione o, comunque, osservazioni.
Ma se questo elenco preliminare delle aree interessate non viene compilato, non si verifica nessun effetto pregiudizievole per i proprietari, giacché non subiranno gli effetti preclusivi interinali e solo attraverso la redazione concreta del piano, e il compimento delle formalità di pubblicità previste dall'art. 5, si addiverrà all'effettiva imposizione del vincolo, con definitiva lesione della loro posizione e con riconoscimento normativo della possibilità di proporre ricorso avverso le determinazioni assunte dal Ministro.
Orbene, come detto, nel caso di specie, la prescrizione di cui all'art. 5 della legge n. 1497/1939 è stata rispettata, giacché per 3 mesi, con decorrenza 17 aprile 1975, il piano è stato pubblicato senza che il ricorrente si sia attivato con la segnalazioni di possibili errori o illegittimità commessi dall'autorità procedente, con conseguente rigetto della censura del difetto di contraddittorio procedimentale.
Privo di pregio è anche l'argomento secondo il quale il piano, in quanto istitutivo di un vincolo di inedificabilità assoluta su un'area inserita in un contesto completamente urbanizzato, doveva essere comunicato individualmente ai proprietari interessati.
Trova infatti applicazione sul punto il consolidato orientamento giurisprudenziale, condiviso dal Collegio, per il quale il PTP non richiede la notifica individuale trattandosi di un atto generale, sottoposto a forme di pubblicità legale che assumono, per legge, il requisito di efficacia della piena conoscibilità per i diretti interessati, anche agli effetti del decorso del termine di decadenza per il ricorso giurisdizionale.
Quanto al terzo motivo di impugnazione dell'atto introduttivo del giudizio, concernente la ritenuta incompetenza del Dirigente del Servizio Pianificazione e Territorio del Comune di Cagliari, con riferimento alla nota del 24 maggio 2010 n. 116116, si deve rilevare la sua palese infondatezza.
Si tratta, infatti, di una nota endoprocedimentale di risposta alla comunicazione delle osservazioni presentate dallo stesso ricorrente anche a tale ufficio a seguito del ricevimento del preavviso di rigetto ex art. 10 bis legge n. 241/1990, nella quale il Servizio Pianificazione del Territorio precisa al ricorrente che competente al procedimento in questione è il Servizio Edilizia Privata, e che per il resto restava confermato quanto riferito informalmente ai progettisti circa le preclusioni derivanti dalla vigenza del PTP.
Non è dunque dato comprendere sotto quale profilo il ricorrente si ritenga oggi leso per vizio di incompetenza da un atto che si è limitato a segnalargli, a seguito di una sua errata comunicazione, qual'era l'ufficio competente cui rivolgersi per il completamento del procedimento, ufficio che infatti ha poi provveduto con la nota n. 135989 del 17 giugno 2010.
In data 7 settembre 2010 la difesa regionale ha depositato, tra gli altri, la delibera della Giunta regionale n. 36/30 dell'8 settembre 1997.
Sostiene il ricorrente che tale delibera sancirebbe la fondatezza delle sue argomentazioni in quanto renderebbe applicabile al caso di specie l'art. 10 bis della legge regionale n. 23/93, nella parte in cui esclude dal vincolo di cui al 1° comma le aree interessate da piani attuativi convenzionati che abbiano avviato la realizzazione delle opere di urbanizzazione alla data dell'11 novembre 1989.
Secondo la prospettazione del ricorrente, cioè, la stessa Regione escluderebbe la sussistenza, nell'area in questione del vincolo di in edificabilità dipendente dal PTP Molentargius – Monte Urpinu a prescindere dalla perimetrazione risultante dalle tavole di piano, tenuto conto – appunto – che si tratta di area oggetto di una convenzione di lottizzazione completamente urbanizzata e ricadente in zona omogenea B del centro abitato (cfr legge regionale 25 novembre 2004 n. 8, art. 4, comma 2°).
Tuttavia la nuova richiesta inoltrata al Comune di Cagliari in data 10 novembre 2010, e fondata su tali argomentazioni, veniva respinta con nota del 6 aprile 2011 n. 81298 del Servizio Edilizia Privata, che confermava il già contestato diniego.
Di qui, avverso tale nota, la proposizione di un ricorso per motivi aggiunti, incentrato sostanzialmente sulle argomentazioni sopra riportate.
Neanche tali argomentazioni sono tuttavia convincenti.
L'art. 7 della legge regionale 7.5.1993 n. 23 stabilisce testualmente che "In sede di prima applicazione degli articoli 10 e 11 della legge regionale 22 dicembre 1989, n. 45, come previsti dalla presente legge, e in attuazione delle disposizioni di omogeneizzazione e di coordinamento ed in ossequio al parere della Commissione consiliare competente in materia urbanistica espresso ai sensi dell'articolo 11, quinto comma, della legge regionale n. 45 del 1989, come modificato dalla presente legge, la Giunta regionale provvede all'adeguamento dei già adottati piani territoriali paesistici. I piani territoriali paesistici così adeguati, sono approvati dalla Giunta regionale e resi esecutivi con decreto del Presidente della Giunta stessa entro il 30 luglio 1993".
In altre parole, come ulteriormente precisato con la delibera n. 36/30 dell'8 settembre 1997, la circostanza che il PTP Molentargius Monte Urpinu sia stato approvato anteriormente agli aggiornamenti normativi successivi, tra cui quelli determinati dalla legge 8 agosto 1985 n. 431 e dalla legge regionale 22 dicembre 1989 n. 45, non ha comportato la sua automatica disapplicazione per le parti potenzialmente in contrasto col nuovo quadro normativo, richiedendosi un intervento in adeguamento, che, invece, come affermato dalle difese delle parti resistenti, non è mai stato effettuato, con la conseguenza della perdurante operatività del vincolo discendente dal PTP ostativo alle richieste edificatorie del ricorrente.
In conclusione, quindi, il ricorso si rivela infondato anche sotto questo profilo e va respinto.
Sussistono nondimeno giusti motivi per compensare tra le parti le spese del giudizio.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna (Sezione Seconda)
definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo respinge.
Spese compensate.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.
Così deciso in Cagliari nella camera di consiglio del giorno 10 ottobre 2012 con l'intervento dei magistrati:
Francesco Scano, Presidente
Alessandro Maggio, Consigliere
Tito Aru, Consigliere, Estensore




L'ESTENSORE
IL PRESIDENTE










DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 22/10/2012
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

P.T.P. "Molentargius – Saline"
(foto C.B., S.D., archivio GrIG)

mercoledì 31 ottobre 2012

Condono edilizio, in arrivo il peggiore della storia

Condono edilizio, in arrivo il peggiore della storia


Marco Mancini 
31 ottobre 2012

La denuncia è arrivata pochi giorni fa dal senatore PD Roberto Della Seta che aveva spiegato come Berlusconi, prima di lasciare il campo ai suoi successori nel Pdl, stava preparando l'ultimo regalo ai tantissimi furbetti italiani. Il senatore Pdl Francesco Nitto Palma ha presentato un disegno di legge secondo cui non solo verrebbe approvato l'ennesimo condono edilizio italiano, ma verrebbero comprese questa volta tutte quelle costruzioni abusive tenute fuori dall'ultimo condono del 2003 per vincoli paesaggistici. Quelle che erano talmente scandalose che nemmeno chi decise il provvedimento se la sentì di autorizzare.
Si tratterebbe, secondo la protesta di Legambiente, del sedicesimo tentativo di condono edilizio dall'inizio della legislatura. Un tentativo che peraltro arriva in un momento delicato in cui il Pdl minaccia di far cadere il Governo e quindi probabilmente punta proprio sulla paura di un fallimento per fare un favore ai soliti costruttori senza scrupoli. Stando alla denuncia delle associazioni ambientaliste, verrebbero condonati tutti quegli edifici abusivi costruiti nelle aree archeologiche, boschi, aree protette e persino lungo i fiumi e i laghi.
Non sono bastati gli scempi consumati finora, gli ecomostri che devastano il territorio, le vittime del dissesto idrogeologico alimentato dall'abusivismo edilizio, gli affari sporchi consumati dalle ecomafie. Non bastano le oltre 258mila abitazioni illegali costruite dal 2003 a oggi, per un fatturato in nero di 1,8 miliardi di euro
spiega un arrabbiato Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente. Non basta tutto questo, ora vogliono anche renderlo legale. E non ci lamentiamo poi se ci sono i morti ad ogni minima pioggia. Se in Italia anziché mettere in sicurezza il territorio, disboschiamo e ci costruiamo sopra illegalmente, è normale che poi i disastri sono tremendi. Nonostante ciò c'è ancora qualcuno in Parlamento che giustifica e autorizza queste politiche. Oggi è previsto il voto al Senato. La società civile dice no e si è unita in una raccolta firme (potete firmare su Twitter su #nocondonoedilizio, oppure sui siti che aderiscono all'iniziativa, e speriamo che anche questo tentativo venga affossato.